“Il 2022 sarà un anno di transizione in ambito previdenziale, con la vigenza di breve corso di misure introdotte dal Governo in manovra per far fronte al venir meno di Quota 100, rinviando al confronto con le parti sociali una riforma di più ampio respiro, anche in ottica nuove generazioni. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Antonello Orlando, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Domanda. Quali sono le novità previdenziali previste per il 2022?
Risposta. Non siamo in presenza di una vera e propria riforma pensionistica: abbiamo, oltre a Quota 102, una serie di conferme e proroghe di anticipi pensionistici. In particolare viene prorogato per il 2022 l’Ape sociale, rivolto a soggetti più bisognosi, fra cui i lavoratori gravosi. Un allungamento di termini si registra anche per l’Opzione donna nonché per il contratto di espansione. Da non dimenticare poi l’istituzione di un fondo di prepensionamento per le pmi, utile per avvicinare alla pensione chi ha almeno 62 anni.
D. Quali i temi in discussione?
R. Innanzi tutto la flessibilità. Lo strumento più quotato è quello suggestivamente chiamato Opzione tutti, che consentirebbe a uomini e donne, privati e pubblici, dipendenti e autonomi, di anticipare la pensione al prezzo di ricalcolare con il contributivo le quote spettanti con il più favorevole metodo retributivo. Accanto a questo, non dimentichiamo il tema della pensione di garanzia per i giovani. Le future generazioni, sempre più legate al metodo contributivo puro, rischiano di finire in una fascia reddituale di povertà una volta raggiunta la pensione, dato che non godono del meccanismo dell’integrazione al trattamento minimo pensionistico, non riconosciuto a chi è figlio del puro metodo contributivo.
D. Sempre per i giovani è stato pensato il riscatto agevolato della laurea. Come funziona?
R. Il riscatto agevolato consente di sostenere un onere da riscatto a tariffa convenzionale pari a poco meno di 5.300 euro per ciascun anno riscattato. Il riscatto cosiddetto light è rateizzabile senza interessi in massimo 120 rate mensili e completamente deducibile dal reddito imponibile, e risulta accessibile senza limiti di età. Essendo un riscatto di natura contributiva, l’incremento del montante e della futura pensione causerà un aumento molto limitato rispetto alle cifre di costo richieste per il riscatto ordinario. Di norma infatti un anno di riscatto light incrementa la pensione di appena 20 euro lordi mensili. Va infine specificato come ciascun assicurato debba verificare se tale riscatto è effettivamente vantaggioso in termini di accesso a pensione, soprattutto visto che questo presuppone di arrivare a una importante anzianità contributiva.
D. In ottica Millennials è rilevante anche l’aspetto della previdenza complementare. Cosa suggerirebbe a un giovane?
R. In un futuro prossimo di pensioni pubbliche sempre più contenute la previdenza complementare è l’unico ingrediente fondamentale per potere costruire una rendita robusta. I vantaggi nel cominciare subito ad accantonare risparmi sono molti. Primo fra tutti la deducibilità fiscale, che consente a chi ha un reddito di dedurre quanto investito in un fondo pensione fino a un massimo di 5.164,57 euro annui con un correlato risparmio di imposta. Inoltre, cominciando prima si avrà diritto a una futura tassazione che sarà sempre più leggera. Infatti le rendite di secondo pilastro hanno una tassazione secca, senza addizionali. E poi ci sono i rendimenti finanziari: personalizzando i propri investimenti nel fondo con la scelta di un comparto più o meno garantito si avrà una rendita finale ancora più solida.
D. Cosa può fare il governo per rilanciare lo strumento della previdenza complementare?
R. Occorrerebbe studiare strumenti che rendano sempre più accattivante il sistema di previdenza complementare sia per chi ha redditi più alti sia per chi è all’inizio della carriera. In particolare vanno ampliate le soglie di deducibilità annuali anche oltre i limiti attuali, specialmente per chi decida di aprire una posizione anche ai propri familiari, creando un sistema di bonus e innalzamento delle soglie di deduzione direttamente proporzionale al numero dei familiari per cui si crei una posizione in un fondo pensione. Oltre a questo, nell’ottica della nuova riforma Irpef, è necessario che non ci sia alcuna modifica del sistema di tassazione delle rendite, di modo che mantengano intatta la loro appetibilità sotto il profilo fiscale, anche nell’ottica di favorire il conferimento del trattamento di fine rapporto in un fondo pensione.”
di Carlo Giuro per Assinews
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