Approfondimento DAS: LA CULTURA ASSICURATIVA IN ITALIA

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“L’IVASS ha condotto, nel maggio 2021, un’indagine sulle conoscenze e i comportamenti assicurativi degli italiani. I risultati non sono incoraggianti e, nel campione intervistato, vi è un’errata percezione del proprio livello di alfabetizzazione assicurativa.

Vi è, quindi, ancora molto da lavorare sulla cultura assicurativa basti pensare che gli italiani spendono più volentieri in giochi e scommesse, che in polizze assicurative.

L’indagine (affidata al prof. Riccardo Viale, Ordinario di Scienze Comportamentali presso l’Università Bicocca di Milano, e alla società di rilevazioni statistiche DOXA), ha coinvolto un campione di 2.053 individui rappresentativi di un target di circa 50,7 milioni di italiani maggiorenni (Fonte Istat, anno 2020). Il campione, esteso a tutto il territorio nazionale, è stato stratificato per sesso, area geografica e dimensione del centro abitato.

Ecco alcuni dati emersi dall’analisi statistica:

  • indice di conoscenza assicurativa: in una scala di valore da zero a cento, il parametro percentuale si attesta al 30,4 (valore molto basso);
  • indice di fiducia: con riferimento alla scala di cui sopra, si assesta al 59,5; il valore non è confortante. È corretto affermare che polizze utili, ma poco chiare, non aiutano a valutare il prodotto assicurativo in piena fiducia, autonomia e consapevolezza;
  • indice di avversione al rischio: i risultati mostrano che gli italiani sono cautelativamente avversi al rischio (60,2). Chi è maggiormente avverso al rischio si assicura di più ed è evidente la maggior propensione al rischio in chi non possiede polizze assicurative;
  • indice di logica assicurativa: il valore è del 63,7 e indica la capacità di comprensione dei principali concetti dell’ambito assicurativo. “È possibile individuare un cut-off nella scolarizzazione, tale per cui chi è in possesso del diploma di scuola media superiore è in grado di mostrare un buon livello di logica assicurativa; competenza insufficiente in chi possiede un livello di istruzione minore” (Fonte: Indagine IVASS, 2021, cit.);
  • indice efficacia comunicazione: il valore 56,3 (sempre nella scala da zero a cento) è migliorabile e indica la percezione nel pubblico dell’efficacia della comunicazione assicurativa, che tende a diminuire tra chi ha una scolarità più alta;
  • indice generale assicurazione: sommando gli indici di conoscenza assicurativa, fiducia, avversione al rischio, logica assicurativa ed efficacia della comunicazione assicurativa è stato costruito un indice generale di assicurazione che ammonta a 54,0. “Gli italiani, pertanto, sembrano essere ben lungi dalla sufficienza per quanto riguarda la conoscenza assicurativa” (Fonte: Indagine IVASS, 2021, cit.);
  • indice di conoscenza dei prodotti assicurativi: anche questo valore (40,6) è poco confortante;
  • “risk literacy”: (capacità di ragionamento probabilistico in associazione alla valutazione e alla propensione al rischio) la maggior parte dei soggetti intervistati sembra non consapevole del rischio connesso al valutare le variazioni della probabilità degli eventi sulla base di percentuali. Questo può condurre ad un’errata percezione del rischio con l’effetto di sovrastimare o sottostimare le conseguenze di un accadimento;
  • indice di cultura assicurativa: quanto alla valutazione della cultura assicurativa in Italia, dalle risposte fornite dagli intervistati emerge che la maggior parte di essi (oltre il 70%) non la considera adeguata.

Mara Colla (in “Insurance Review” n. 83, aprile 2021, pagg. 10-11), presidente nazionale Confconsumatori, chiarisce che “in Italia c’è un forte ritardo nell’adozione, da parte dei cittadini, di soluzioni che li proteggano nei momenti di difficoltà. (…) A questa situazione, contribuiscono essenzialmente quattro fattori:

  1. la convinzione infondata che il c.d. primo pilastro (Inps, Inail) sarà sufficiente a tutelarli in caso di eventi avversi;
  2. il sostanziale analfabetismo assicurativo che riguarda trasversalmente tutte le generazioni;
  3. il contesto (commerciale) ricco di trappole e delusioni in cui si è mosso il consumatore negli ultimi decenni;
  4. i fatti di cronaca in materia di risparmio tradito e le truffe, ora sempre più digitali, o anche solo le esperienze negative relative a prodotti inadeguati, contribuiscono ulteriormente ad alimentare la diffidenza del consumatore, che tende così a ‘far da sé’, accantonando i risparmi e contando soprattutto sulla propria liquidità”.

Questi quattro fattori segnano un gap notevole nella cultura assicurativa italiana soprattutto perché essi risultano anacronistici rispetto al modello tradizionale di welfare pubblico, ormai in crisi da decenni. Infatti, osserva ancora Mara Colla “(…) la spesa sociale pubblica non tiene il passo con i bisogni delle famiglie di domani. Gli indennizzi statali, infatti, spesso non bastano, da soli, a coprire le reali esigenze di una famiglia colpita da un evento di severa gravità”.

Risulta sempre più importante integrare il settore sanitario e socio-assistenziale tramite polizze assicurative aggiuntive. Non meno importante, il settore giuridico-legale tramite polizze di tutela legale considerati gli alti costi di amministrazione della giustizia.

La pandemia non ha certamente favorito a migliorare la serenità dei cittadini e la consapevolezza delle loro scelte assicurative.

DAS ha individuato alcune aree di miglioramento per rispondere in modo più efficace alle esigenze dei clienti e dei consumatori:

  • il diritto alla piena informazione e alla trasparenza delle offerte assicurative;
  • la modularità dei prodotti assicurativi, da personalizzare a seconda delle singole esigenze, e delle tariffe di premio più convenienti ed accessibili acquistando solo ciò che effettivamente è utile al cliente;
  • aumentare la trasparenza e l’adeguatezza dei prodotti assicurativi, contrastando le pratiche scorrette e promuovendo la digitalizzazione dei servizi;
  • porre il cliente nella condizione di valutare il prodotto assicurativo in piena autonomia, con cognizione e legittima aspettativa degli obiettivi da raggiungere.

 

Di Walter Brighenti – per DAS

(Fonte QUI)
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