“Quanti sono i camionisti in Italia e in Europa? Qual è la situazione del settore autotrasporti negli ultimi anni?

Un dato è incontrovertibile: a fronte di una forte dipendenza della logistica dal trasporto di merci su gomma (specie in Italia, il paese che ha investito di meno in mezzi di trasporto alternativi), corrisponde un progressivo invecchiamento degli occupati in questa attività. Il dato è preoccupante poiché evidenzia un target di lavoratori sempre meno idonei ad affrontare le complessità della strada e del mercato in generale.

Quanti sono gli autotrasportatori in Italia?

Secondo il Ministero delle Infrastrutture, nel 2022 le CQC (Carta Qualificazione Conducente) valide sono 775.000, di cui:

• il 45,8% di autisti ha più di 50 anni;
• il 36,1% ha tra i 40 e i 50 anni;
• il 18,1% di autisti ha meno di 40 anni;

La conseguenza di tale invecchiamento progressivo è che, secondo i dati dell’Inail, nei primi 8 mesi del 2022, gli infortuni sul lavoro nel settore dei Trasporti  magazzinaggio è aumentato del 124,1% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nuove regole e più tutele per i camionisti.

È sempre più difficile per le aziende trovare autisti professionisti. Un problema, quello del reclutamento dei conducenti, che si protrae da almeno un decennio e che costringe il settore ad interrogarsi sul futuro adottando anche nuove soluzioni.

A tal riguardo, l’UE ha dettato regole precise sui tempi di lavoro e di riposo dei conducenti. In particolare, un guidatore è considerato un lavoratore nel settore del trasporto se:

• svolge attività di trasporto su strada (guida, carico e scarico);
• è tenuto a rimanere presso la postazione di lavoro/veicolo, ad esempio durante i periodi di carico o di scarico delle merci;
• il guidatore può condurre il mezzo al massimo 9 ore al giorno (56 ore la settimana; 90 ore su un periodo totale di due settimane) e non più di 6 ore consecutive senza pausa;

Secondo l’indagine della Banca d’Italia sui trasporti internazionali di merci, nel 2021 si è registrato un incremento dei costi medi stradali che ha interessato sia i carichi completi sia quelli parziali a causa di un aumento generalizzato dei costi operativi dovuti principalmente agli aumenti dei costi del carburante registrati nell’ultimo anno.

Infatti, sui trasporti internazionali di merci dell’Italia relativa al 2021, l’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia è salita per il
secondo anno consecutivo, rispettivamente al 3,3 e al 4,9 per cento (da 3,1 e 4,3 nel 2020).

Nell’indagine della Banca d’Italia si osserva inoltre una diminuzione della quota di mercato media dei vettori italiani, che è passata in un anno  dal 15,7%  del 2020 al 14,4% del 2021.

L’abbandono. Per anni è stata rovinata l’immagine del settore. Molti giovani, dopo un paio d’anni, abbandonano la professione perché guadagnano di più con altri lavori.

Che cosa sta succedendo? Accade che, alle prese con una forte carenza di personale, il settore dell’autotrasporto sta reclutando migliaia di stranieri, molti dei quali frontalieri, e ciò provoca una forte pressione sui salari (Fonte: Corriere del Ticino).

Le aziende che si avvalgono di collaboratori che viaggiano spesso in Italia e all’estero per lavoro, devono tener conto dei rischi sempre più importanti collegati alla guida: dall’inasprimento delle pene e sanzioni previste in caso di incidente, alle regole di circolazione diverse da Paese a Paese, all’evoluzione delle responsabilità connesse all’introduzione di nuove tecnologie sui veicoli.

È importante quindi tutelare il patrimonio aziendale con coperture assicurative, come DAS Circolazione business o DAS Ritiro Patente Business, che offrano un’adeguata protezione sia del collaboratore, sia dell’azienda.”

di Walter Brighenti – DAS

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