Approfondimento DAS: MOBILITÀ SOSTENIBILE E INCLUSIVA

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“L’efficienza e la modernizzazione del trasporto pubblico locale può essere considerata la chiave di volta per garantire una mobilità sostenibile e inclusiva.

Si aggiunga che, come conseguenza della pandemia, si impone un piano di riorganizzazione del trasporto collettivo (urbano e ferroviario per lo più) con necessari nuovi investimenti per garantire la sicurezza nel viaggio e il distanziamento sociale.

Il Libro Bianco sui trasporti della Commissione Europea ha fissato l’obiettivo del dimezzamento, entro il 2030 (e l’eliminazione entro il 2050), dell’utilizzo di automobili alimentate a carburante tradizionale nel trasporto urbano e l’obiettivo dell’attuazione di un sistema di logistica urbana privo di emissioni di CO2 entro il 2030.

Purtroppo, l’Italia affronta queste sfide scontando una posizione di arretratezza rispetto agli altri paesi europei. In particolare, la motorizzazione privata, così accentuata in determinate aree del paese, causa problemi di congestione del traffico e di inquinamento ambientale (atmosferico ed acustico), nonché complicazioni di occupazione del suolo pubblico.

L’Italia ha inoltre una rete metropolitana insufficiente: sono solo sette le città italiane che offrono questo servizio e trasportano oltre 2,7 milioni di utenti al giorno.

La domanda complessiva italiana di mobilità viene ancora oggi soddisfatta dal trasporto stradale individuale (autovetture e motocicli) che, per alterne ragioni, continua ad essere prevalente rispetto alle altre modalità di trasporto. Ecco alcuni dati (Fonte: ANFIA, Dossier trasporto passeggeri e mobilità, giugno 2020):

  • 80% del trasporto passeggeri è effettuato su strada;
  • 6,5% del trasporto passeggeri è effettuato su rotaia;
  • 2,2% del trasporto passeggeri è effettuato per via aerea;
  • 0,4% del trasporto passeggeri è effettuato per via mare;
  • nel 2018, il traffico totale interno di passeggeri ammontava a 944,4 milioni di viaggiatori per chilometro;
  • vetustà del parco autobus: oltre 13.000 autobus classificati Euro 0 (ultratrentennali) ancora immatricolati a fine 2019.

Nel periodo 2010-2019, le autovetture sono aumentate del 7,6%, i motocicli del 9,4%, mentre gli autobus appena dello 0,3%: è con questo marginale incremento, che le amministrazioni pubbliche locali dovranno affrontare le difficoltà degli spostamenti imposte dalla gestione del coronavirus per effetto del ritorno a scuola, del rientro negli uffici, della ripresa delle attività economiche dopo lockdown, smart working e didattica a distanza.

Il piano strategico nazionale della mobilità sostenibile (PSNMS) prevede uno stanziamento di 3,7 miliardi di Euro in 15 anni, ma le associazioni di categoria hanno evidenziato il rischio che l’investimento previsto non si traduca in un efficace rinnovo del parco autobus.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, le nuove linee guida predisposte dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) costituiscono la base di riferimento per la predisposizione dei piani di potenziamento dei servizi di trasporto pubblici regionali.

Allo stato attuale, la certificazione vaccinale (Certificazione Verde Covid-19) non è richiesta per gli autobus, le tramvie e le metropolitane, ma per l’accesso a tali mezzi di trasporto possono essere adottate misure specifiche di prevenzione tra le quali (Fonte: “Linee guida per l’informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel trasporto pubblico”):

  • al fine di aumentare l’indice di riempimento dei mezzi di trasporto potranno essere installati separatori removibili in materiale idoneo collocati tra i sedili;
  • seguire la segnaletica e i percorsi indicati all’interno delle stazioni o alle fermate mantenendo, ove possibile, la distanza di almeno un metro dalle altre persone ed evitando assembramenti;
  • sedersi solo nei posti consentiti, mantenendo, ove prescritto, il distanziamento dagli altri occupanti;
  • è consentito un coefficiente di riempimento degli autobus adibiti al trasporto pubblico locale ed extraurbano non superiore all’80% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi, prevedendo prioritariamente l’utilizzazione dei posti a sedere;
  • la capacità di riempimento dell’80% è ammessa esclusivamente nelle regioni individuate (secondo i parametri prescritti dalla vigente normativa) come zona bianca o gialla. In caso di trasporto che interessa una regione in zona arancione o rossa valgono le limitazioni che si applicano in tali zone a rischio più elevato;
  • predisporre idonei sistemi atti a segnalare il raggiungimento dei livelli di saturazione stabiliti;
  • ferme le precedenti prescrizioni, potrà essere aumentata la capacità di riempimento, oltre il limite previsto, esclusivamente nel caso in cui sia garantito un ricambio di aria e un filtraggio della stessa per mezzo di idonei strumenti di aereazione che siano preventivamente autorizzati dal comitato tecnico di sicurezza;
  • la salita e la discesa dei passeggeri dal mezzo pubblico di trasporto devono avvenire secondo flussi separati;
  • negli autobus e nei tram va prevista la salita da una porta e la discesa dall’altra porta, ove possibile. Può essere utilizzata la porta in prossimità del conducente nel caso in cui siano stati installati appositi separatori protettivi dell’area di guida;
  • adeguamento della frequenza dei mezzi specialmente nelle ore considerate ad alto flusso di passeggeri, nei limiti delle risorse disponibili.

Per il trasporto ferroviario, invece, vale una regola diversa che impone la certificazione vaccinale. Si tratta di un’importante novità, fino a ieri non prevista. Infatti:

  • a far data dal primo settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, il trasporto ferroviario è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all’articolo 9, comma 2, del decreto legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87. Per trasporto ferroviario, si intende l’accesso ai treni impiegati nei servizi di trasporto passeggeri di tipo “Intercity”, “Intercity Notte” e “Alta Velocità” e per i treni a lunga percorrenza. Tale disposizione non si applica ai soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute;
  • le verifiche individuali della certificazione verde COVID-19 è effettuata a bordo treno all’atto del controllo del titolo di viaggio. Nel caso in cui il viaggiatore non esibisca la predetta certificazione o la stessa risulti essere non veritiera, il viaggiatore è invitato a spostarsi in un’apposita zona riservata ai passeggeri senza certificazione verde COVID-19 e dovrà scendere dal mezzo alla prima fermata utile;
  • la capacità di riempimento dei treni, fermo restando il rispetto delle prescrizioni previste, è dell’80% della capienza massima prevista;
  • uso di mascherina chirurgica o di un dispositivo di protezione individuale di livello superiore per chiunque si trovi in treno, all’interno della stazione ferroviaria, nelle sale di attesa.

Per i treni a lunga percorrenza:

  • è obbligatorio l’utilizzo di una mascherina chirurgica o di un dispositivo di protezione individuale di livello superiore per una durata massima di utilizzo non superiore alle quattro ore, prevedendone la sostituzione per periodi superiori.

È da augurarsi che i fondi provenienti dal “Next Generation EU” possano favorire il rilancio della filiera industriale di produzione sia di autobus che di treni, in linea con le disposizioni dell’Unione Europea sulle tecnologie innovative e sulla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa.”

 

di Walter Brighenti per DAS

 

(Fonte QUI)
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