“Qual è lo stato dell’edilizia scolastica in Italia? Quali interventi potranno essere possibili con la ripartizione dei fondi del PNRR previsti per questo comparto?
Nonostante decenni di riforme mancate e una politica di investimenti nell’istruzione assai poco lungimirante, il sistema scolastico italiano continua ad essere un modello di riferimento per la formazione e l’educazione delle nuove generazioni, imitato e adottato da molti paesi non solo comunitari.
Tuttavia, l’involucro esteriore, l’apparato immobiliare che “contiene” docenti e studenti, che veicola sapere e cultura, è composto da edifici decadenti, non al passo con i tempi, sovente neppure in regola con gli standard normativi in fatto di prevenzione e di sicurezza.
Mancano anche i servizi collegati alla scuola o sono insufficienti: dai trasporti, alle mense, dal tempo pieno alle formule di didattica più moderne, dagli arredi alle dotazioni bibliotecarie, per non parlare del personale dipendente, dai docenti agli inservienti.
All’interno di questo quadro “contradditorio”, che contrappone la scuola italiana pubblica all’istruzione privata, le regioni del Nord a quelle del Sud, analizziamo qualche dato, tratto dal rapporto annuale di Legambiente, precisando che le informazioni si riferiscono ad un’indagine condotta nel 2020:
- ampio divario tra nord e sud; in Italia la scuola continua ad andare a due velocità;
- al centro-nord, il 36% delle scuole dichiara di avere emergenze strutturali da affrontare;
- al sud e isole, sono il 56% gli immobili scolastici che necessitano di interventi edilizi urgenti;
- nell’anno scolastico 2021/2022, sono stati accolti nelle classi della scuola pubblica oltre 400.000 studenti organizzati e suddivisi in 368.656 classi; il 10,3% degli studenti non ha la cittadinanza italiana (oltre 876.000 studenti);
Tra emergenze strutturali da affrontare e disuguaglianze da colmare, ecco i numeri del settore scolastico pubblico in Italia:
- 313 le scuole statali e paritarie; il 26,9% sono al sud; il 24,6% nel nord ovest; il 18,7% al centro; il 17% nel nord est; il 12,8% nelle isole; gli edifici sono quantitativamente più numerosi nel meridione, ma l’offerta didattica è più arretrata in tema di servizi e attrezzature (Fonte: truenumbers.it, dati anno scolastico 2017-2018);
- preoccupa anche il divario sul fronte dei servizi pubblici; le classi a tempo pieno sono il 43% nelle scuole del centro-nord contro il 16% del sud-isole; il servizio mensa scolastica è attivo nel 65,5% delle scuole del nord contro il 47,9% del sud; il trasporto scuolabus presente nel 29% degli istituti del nord contro il 13,6% del sud; percorso pedibus attivo solo nel 5% delle scuole italiane, prevalentemente concentrato nelle scuole settentrionali; servizio di bicibus presente esclusivamente nello 0,2% delle scuole del nord;
Ancora troppo limitate le pratiche che consentono percorsi “green” casa-scuola in autonomia e sicurezza: ma i nodi da affrontare per rendere fattibile la transizione ecologica e l’efficientamento energetico sono ben altri.
La sfida per il futuro si fa ancora più alta nel momento in cui verranno stanziate per l’Italia le risorse del PNRR che ammontano a più di 17 miliardi di Euro e che dovranno essere investite nell’edilizia e nelle risorse scolastiche. La cifra è importante, ma insufficiente poiché, da una stima effettuata dalla Fondazione Agnelli, il fabbisogno complessivo per messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole è stimata in non meno di 200 miliardi di Euro (anno 2019).
Come osserva Legambiente (“Rapporto Ecosistema Scuola 2021”, pag. 5), “(…) la cifra prevista nel PNRR per la ristrutturazione degli edifici rischia, quindi, di incidere molto poco sul numero complessivo delle scuole italiane, se non vengono compiute scelte prioritarie che vanno a beneficio delle situazioni strutturali più precarie nelle aree più fragili”.
Altri temi meritano di essere ricordati quando si parla di riforme del sistema scolastico:
- capacità concreta dei comuni di reperire fondi e di spenderli;
- fragilità sociale collegata alla dispersione scolastica (13,1% di abbandono scolastico), alla povertà educativa e culturale delle periferie urbane delle aree più disagiate;
- superamento delle disuguaglianze, innovazione dei servizi, infrastrutture digitali;
Occorre procedere con la consapevolezza che la scuola è la principale leva educativa e culturale del paese, interprete delle sfide del cambiamento e beneficiaria di risorse e di opportunità necessarie per assolvere a questo ruolo.
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di Walter Brighenti – DAS
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