“Si sono recentemente tenuti in Italia gli “Stati Generali” delle libere professioni: un simposio durante il quale, oltre all’importanza di una polizza di tutela legale per i professionisti, si è discusso della condizione socioeconomica del settore dei professionisti ordinistici, specie con riferimento alla necessità di rafforzare le misure governative in materia di politiche di investimento, di previdenza, di programmi industriali, di sostenibilità ambientale ed innovazione.
Ne è uscito un quadro sfaccettato, caratterizzato da contraddizioni e sofferenze, che si è ulteriormente complicato con la crisi economica innescata dall’epidemia Covid-19. In particolare, la fotografia dell’ultimo periodo ha messo in evidenza la gravità in cui versa il settore delle professioni ordinistiche, in cui molti professionisti non superano di molto i 20.000 Euro annui lordi di fatturato complessivo.
In particolare: ingegneri, architetti e geometri.
Se è vero che il trend sembra essere quello dell’organizzazione in forma societaria o comunque associata, lo scenario complessivo rimane quello di una costellazione di piccoli studi individuali, che vedono il reddito medio annuo del singolo architetto ridotto a non più di 13.000 Euro annui (fonte: Inarcassa).
Analizzando soprattutto il ruolo di ingegneri, architetti e geometri, la combinazione negativa innescata dalla crisi economica (dall’anno 2006 all’anno 2012) e pandemica ha generato una perdita di quasi un terzo del reddito professionale annuo (fonte: ilfattoquotidiano.it; impresedilinews.it).
Consapevoli della loro funzione essenziale nella ripartenza del mercato (specie di quello edile) e nel tessuto economico del Paese per il loro ruolo di sussidiarietà e di professionalità, ma anche consci della grande difficoltà in cui versano gli studi professionali, gli “Stati Generali” delle libere professioni hanno individuato alcune direttive guida da intraprendere a cura soprattutto dell’iniziativa parlamentare politica:
- il ripristino dei minimi tariffari;
- la semplificazione normativa (ecobonus 110% non va di certo in quella direzione complicando e appesantendo notevolmente l’attività di progettazione di molti liberi professionisti);
- la riduzione della pressione fiscale;
- il problema dei crediti insoluti nei confronti della Pubblica Amministrazione, che pesa per oltre il 34% sul volume di affari annuo;
Ecco alcuni dati statistici sui liberi professionisti in Italia (fonte: Consiglio Nazionale Geometri 04.06.2020; lavoripubblici.it; ilfattoquotidiano.it):
- 2,3 milioni di iscritti agli ordini professionali;
- 1,6 milioni esercitano la libera professione;
- una media di 27 liberi professionisti ogni 1.000 abitanti;
- oltre 150.000 gli architetti in Italia dei quali il 35% di età fino ai 40 anni e il 40% di genere femminile;
- una media di 5 architetti ogni 2.000 abitanti;
- geometri iscritti all’albo 95.642 dei quali quasi 9.661 con età inferiore ai 30 anni e 33.010 con meno di 40 anni;
Con riguardo alle professioni ordinistiche in generale, la ripartizione tra le varie categorie economiche risulta essere la seguente:
- 43% settore sanitario;
- 25% professioni tecniche;
- 23% area giuridico-economica;
- 9% ambito economico-sociale;
- il 60,2% è rappresentato da professionisti uomini;
- il 39,8% è rappresentato da professionisti donne;
- le fasce d’età di maggiore attività sono rappresentate con il 28,2% da 40-50enni; con il 24,9% da 50-60enni; con il 21,5% da 30-40enni; oltre i 60 anni il 18,6% del totale;
La nuova polizza di tutela legale “DAS Professionista” è ideata per tutelare il singolo professionista, lo studio associato, la società tra professionisti.
Quali problematiche preoccupano maggiormente i liberi professionisti?
Da un recente sondaggio commissionato da DAS su un campione rappresentativo di riferimento, il 14% dei professionisti ha dichiarato di aver avuto una contestazione fiscale per la materia amministrativa; il 41% dichiara di temere illeciti nel settore del danno reputazionale e del furto di identità; il 30% dichiara di essere stato coinvolto in una causa per richiesta di risarcimento danni non coperta da polizza di RC.
In particolare, le complicazioni penali sono quasi sempre la conseguenza giudiziale di un danno cagionato e, purtuttavia, esse non sempre risultano coperte da un’adeguata polizza assicurativa: spesso sottovalutate e sottostimate, le spese legali rappresentano un costo non indifferente a carico di professionisti e studi associati coinvolti in un’indagine penale.”
di Walter Brighenti per DAS
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